giovedì 14 febbraio 2019

Pattinando per Nairobi

Prendi i pattini, hai presente?
Dai, tipo i Rollerblade, te li ricordi?
Non quelli moderni, con tutti gli optionals, sai?
Intendo quelli vecchi, scarpa e rotelle e via così.
Che andavano di moda negli anni novanta.
Non c’eri? Va be’, ascolta comunque.
C’eri? Allora te ne rammenti, vero?
Ce l’avevi? No?
Pensa quanti di essi sono finiti nel cestino.
Come i giocattoli di Toy Story, la cui vita sembra finire perché il bambino fortunato di averli si è stancato di loro.
Sembra finire, già, il verbo è il senso di tutto.
Del film, e di questa storia.
Perché ciò che quasi trent’anni addietro divenne oggetto usato di cui liberarsi, oggi
in Kenya significa  divertimento e stare insieme…


Correre via dai dispiaceri e dalle difficoltà del vivere…



Ed essere felici con quel poco che le vere minoranze del mondo hanno dimenticato...



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giovedì 7 febbraio 2019

La conta dei morti

È una guerra.
È tutto una guerra, quando c’è o c’è stata, la guerra.
È un conflitto tra chi deve allearsi con chi.
Ed è una faida tra chi scende in campo per combattere anche solo l’idea.
Di fare una guerra.
È una battaglia acerrima, quanto invisibile, tra chi ambisce al succulento ruolo di vendere le armi allo schieramento più bisognoso di munizioni e chi al governo esige l’inevitabile obolo per agevolare l’iniqua trattativa.




È uno scontro sanguinoso tra chi la morte la incontra sul campo e chi ne decide le modalità dalla famosa stanza dei bottoni.
È altresì una guerra di numeri.
Di voti parlamentari che auspicabilmente autorizzino l’orrendo spettacolo.
E di manifestanti per la pace, da minimizzare comunque tagliando e manipolando la pubblica informazione.
È una guerra, in fondo.
È tutta una guerra, prima e dopo.
Dall’Iraq allo Yemen, dal Darfur alla Repubblica Democratica del Congo.
Dove addirittura si è in guerra tra ONG e ONU per la conta dei morti



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giovedì 24 gennaio 2019

Il bambino e il calciatore

C’erano una volta due vite.
Due vite a rischio, unite in un giornale, per un giorno, o forse più.
Anime insieme, evocate tra le righe di notizie affini per ciò che davvero conta, oltre l’attenzione dei lettori e i rilanci sui social.
C’era una volta, quindi, un bimbo di appena due anni.
La piccola e ancora giovanissima creatura intrappolata in un profondo buco in Spagna, nei pressi di Malaga.
Ma c’era una volta, anche, un giovane di ventotto anni, disperso con il pilota del suo aereo nel cielo che sovrasta le Isole del Canale, sullo stretto della Manica.
C’erano una volta, per i più, il bambino e il calciatore.
Ovvero, uno come tanti e uno come molti giovani vorrebbero essere.
Affermato, acclamato, seguito.
C’erano una volta semplicemente loro due, per chi abbia a cuore la loro vita, a prescindere da ciò che rappresentino per il resto del mondo.
Mi riferisco a Julen Roselló ed Emiliano Sala.



Il bambino e il calciatore, con il destino appeso a un filo e, soprattutto, alla tenacia e la fortuna che avranno le genti incaricate di riportarli da chi li ama.
Ecco cosa dovremmo cercare tutti, in rete, come nella vita di tutti i giorni.
Di riavere accanto a noi le persone che più contano, per il maggior tempo possibile.
Ciò che si è perso e che può essere ancora con noi.
Coraggio, allora, non arrendetevi.
Perché il bambino, il calciatore e molti altri.
Hanno bisogno di essere ritrovati...

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martedì 8 gennaio 2019

Una classe su quattro al freddo

C’erano una volta quattro aule.
Tre più una.
Ovvero, quattro meno tre.
Il che equivale alla sola che resta.
Al freddo...
Già, perché pare che in questo racconto fosse la sola privata del necessario calore.
Con l’inverno nel pieno del suo gelido furore.
Le stanze costrette a temperature prossime allo zero.
E i corridoi dall’una all’altra trasformati in celle frigorifere.



Di conseguenza, immaginando tale inaccettabile scenario nella capitale di un paese che or ora si fregia di esser finalmente governato dai cittadini che hanno a cuore le esigenze della gente, del popolo reale, c’erano altresì una volta centinaia di giovani studenti privati del diritto allo studio, obbligati a restare a casa, con tutte le relative inaspettate difficoltà dei genitori con i rispettivi impegni lavorativi.
C’erano una volta, quindi, le promesse e le chiacchiere da social.

Somma, dividi, moltiplica e quel che resta sono il freddo e le scuole senza termosifoni...

Secondo l'associazione nazionale presidi una su quattro delle aule romane si trova al gelo, con inevitabile prolungamento forzato delle vacanze natalizie.

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Un atto di guerra contro il mondo

C’era una volta un atto di guerra.
Così come è stata definita la presenza della polizia da parte dei leader indigeni e tutti coloro che stanno in questo momento manifestando contro l'espansione del progetto dell'oleodotto Kinder Morgans dal Texas fin nella Columbia Britannica, in Canada.



Un atto di guerra molteplice, in un esercizio di stili e accezioni senza fine.
Banale, un atto di guerra contro l’ambiente.
Consequenziale, ovvero un atto di guerra contro flora e fauna.
Ragionevole, un atto di guerra del passato contro il futuro.
Filosofico, un atto di guerra contro l’orizzonte comune.
Poetico, un atto di guerra contro i figli prediletti di madre natura.
Semantico, un atto di guerra contro la pace.
Minimale, un atto di guerra contro tutti.
Logico, un atto di guerra dei pochi contro i molti.

Lotta di classe, un atto di guerra dei difensori dei ricchi.
Paradossale, un atto di guerra del fuoco contro l’acqua.
Déjà vu, un atto di guerra degli arroganti invasori contro i nativi.
Personale e universale, nonché conclusivo, un atto di guerra contro di te che leggi, se umano ancor ti senti.
 

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giovedì 13 dicembre 2018

Noi siamo acqua

C’era una volta il fuoco che mira a cancellare possibilità.
Cambiamento.
Nuovi orizzonti e migliori prospettive.
C’era una volta, difatti, le fiamme che hanno distrutto buona parte del deposito di una commissione elettorale a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo.
Un attentato guidato dall’ottuso odio alimentato da cieca rabbia e incontenibile paura innanzi alle storiche elezioni presidenziali in grado di permettere la prima transizione democratica del governo del paese.
Ebbene, il popolo che non si arrende ha un nome ed è l’ideale alla bisogna.
Acqua.
Noi siamo acqua.


storie con morale
Sostenitori del partito di opposizione al governo mostrano un proiettile usato contro i manifestanti
Di fronte al vile che osteggia diritti e libertà comuni.
Innanzi agli iniqui difensori dei privilegi riservati ai pochi.
Al cospetto dei terrorizzati dittatori.
Noi spegniamo fuochi e inondiamo il mondo di futuro...

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giovedì 6 dicembre 2018

Ritratti di umanità

Una singola foto, spesso, dice più di un intero, accorato discorso.
E, qualora le immagini siano particolarmente suggestive, le parole non possono far altro che limitarsi al rispettoso, didascalico ruolo.
Ritratti di umanità...

Foto di Charlie Clift /1854 Media
 
Foto di Michele Zousmer /1854 Media

Foto di Mohammad Rakibul Hasan/1854 Media
 
Foto di Alfio Tommasini/1854 Media


Foto di Biljana Jurukovski/1854 Media

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giovedì 29 novembre 2018

Scuole e Notizie violente

C’erano una volta gli insegnanti violenti.
Come il maestro d’asilo arrestato a Pero, comune nella città metropolitana di Milano, ritratto nei video girati a sua insaputa in almeno 42 atti brutali nei confronti dei bambini a lui affidati.
C’era una volta il Comune di Pero, il quale riconosce la gravità del fatto, ma... "No a processi di piazza."
Già, no a processi, punto, a meno che non si tratti dell’aula di un tribunale.
È giusto, lo è.
Nonostante, secondo l’Osservatorio Nazionale Adolescenza, grazie a un’indagine concentrata nell’anno scolastico 2016/2017 su un campione nazionale di 8.000 adolescenti dai 14 ai 19 anni, il 20% di loro abbia dichiarato di essere stato maltrattato, denigrato o addirittura insultato da una maestra o un professore nel corso della propria intera permanenza a scuola.
Perché a fronte di 2 su 10, ce ne sono 8 il cui insegnamento è in mano a persone che ogni giorno svolgono con impegno e dedizione il loro fondamentale lavoro.
Altrimenti, qualcuno potrebbe sentirsi in diritto di affermare che tutti gli insegnanti sono violenti.
Qualcun altro potrebbe supportare tale menzogna manipolando i dati reali, bombardando quotidianamente la stampa, i social e i talk show con il solo scopo di usare i docenti di questo paese per creare appositamente un nemico virtuale e generare paure prive di fondamento negli studenti e nei genitori.
Indi per cui, malgrado sia ormai evidente dove questa storia voglia andare a parare.
C’erano una volta i migranti...

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lunedì 19 novembre 2018

Storie con morale sulla guerra e suoi costi

Provo a donar parole alle immagini*, per restituire il regalo dell’occhio di colei che fa cronaca con passione e storia con impegno.
Il costo della guerra


Il costo della guerra è il silenzio bramato che si fa paradiso tra un inferno e l'altro...

Il costo della guerra è l'illusione di una casa che si fa famiglia dove per il resto del mondo c'è il nulla... 
Il costo della guerra è ritrovarsi in viaggio rimanendo immobili e rimanere tali di fronte a chi vorrebbe vederti partire contro la tua volontà...

Il costo della guerra è rimanere soli, in quel viaggio, ma con il coraggio di prendere il timone rimasto vacante...

Il costo della guerra è ritrovarsi di fronte alle diavolerie dei folli che giocano dall'alto con la tua vita e continuare a non capirne il senso...

Il costo della guerra è vivere il resto dei tuoi giorni in attesa di chi non tornerà...

Il costo della pace è invece far sì che tali speranze non rimangano per sempre vane...

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*Foto di Lynsey Addario

giovedì 15 novembre 2018

Oggi contro il domani

Oggi contro il domani.
È il moderno scontro, l’ultimo.
La contesa tra due narratori sulla stessa scena, di mutevole ambientazione – parola quanto mai azzeccata - che sia la volta celeste, piuttosto che ogni angolo rimasto in gioco sulla nostra madre terra.
Due storie contrapposte vengono quotidianamente raccontate all’umano spettatore.
Ma anche lettore, soprattutto elettore, e più che mai consumatore.
Pensa all’oggi, ripete incessantemente uno, vivi e dissipa senza risparmio il carburante vivente che ti è stato dato in dote dall’industriale divinità che tu stesso hai creato.
Fai il pieno di derivati acceleranti il tuo cammino sulla via, sotto forma di un’ineludibile fuga dall’innocenza primigenia.
Cancella ogni dubitante ostacolo dalla corsa, poiché il premio consiste nello sfrecciare senza sosta evitando di voltarsi indietro. E se qualcuno avesse l’inopportuna invadenza di paragonarti a una saettante triste cavia da laboratorio, be’, forse a ragione, ma alla fine della fiera non ci siamo comunque divertiti? No? Ebbene, poco male, perché tanto dopo il termine del viaggio non avrai altre occasioni per raccontarlo.
Al contempo, sull’altro lato del palcoscenico, l’antitetica storia va in onda.
Ricorda il domani, cantilena tenace la voce, rammenta che ogni ragione capace di rendere nobile l’azione qui e ora poggia le proprie fondamenta nel futuro.
Seminare è gesto folle qualora privi del seppur minimo atto di fede nel frutto che verrà.
Nondimeno, tale impavida quanto altruista scelta non può aver luogo senza l’aiuto dei soli angeli custodi che la natura potrà mai offrirti.
Puoi chiamarli aria pura, acqua pulita e terra fertile, se preferisci, ma ancora oggi rappresentano l’unico miracolo che non ha mai avuto bisogno di prove.
Ecco, questo è l’attuale conflitto.
La danza che trascina l’intera umanità sui lati opposti del mondo.
Due racconti mormorati o gridati di continuo nella nostra coscienza.
Ma solo uno di essi permetterà all’oggi di diventare il domani.


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giovedì 1 novembre 2018

Cinque doni da proteggere

C’erano una volta cinque doni.
Cinque ricchezze inestimabili da curare e proteggere.
Altrettante perfezioni viventi che, secondo uno studio dell’Università di Queensland e della Wildlife Conservation Society, da poco pubblicato sulla rivista Nature, si trovano rispettivamente in Australia, negli Stati Uniti, in Brasile, in Russia e in Canada.
Ovvero, i cinque custodi a cui sono state affidate le restanti regioni selvagge del mondo.
Nondimeno, si sa come sono spesso i custodi di sublimi presenti, laddove il tempo passi e la memoria vacilli.
Finiscono sciaguratamente per ritenerli scontati e trascurarli.
Arrivando addirittura ad arrogarsi il merito di siffatto regalo, invece che prendersi in carico la preziosa responsabilità.
Trattasi del nostro tradimento peggiore.
Perché c’è stato un giorno in cui la terra ha fatto un patto con le creature che ospita e in esso c’è inciso un inviolabile comandamento.
Umanità, disse il pianeta, sarai padre e madre esattamente come me.
E come tali dovrai amare e difendere con la vita stessa i tuoi e i miei figli.
C’era una volta quindi un dovere per tutti, nessuno si senta escluso.
C’erano una volta i doni che ci restano.
Manteniamo la promessa e facciamo sì che domani ci saranno ancora.
 

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